Il fringe benefit auto è una forma di retribuzione o “compenso in natura”, che prevede la possibilità di utilizzare un’auto aziendale, da parte dei dipendenti di un’azienda, anche per viaggi personali. Questo strumento è sempre più diffuso nelle aziende italiane, poiché rappresenta un vantaggio per i dipendenti e al contempo può essere un incentivo alla produttività e alla fidelizzazione del personale. Tuttavia, il fringe benefit auto presenta alcune complessità normative che possono rendere difficile la sua gestione e il suo calcolo in busta paga. In questo articolo, approfondiremo le regole fiscali che disciplinano il fringe benefit auto, spiegando come funziona e quando conviene sceglierlo.

Come funziona il fringe benefit auto e cos’è?

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Come viene calcolato il fringe benefit auto in busta paga?

Il fringe benefit auto rappresenta una forma di contributo, che va a sommarsi alla retribuzione e rappresenta un vero e proprio incentivo, sotto forma di fruizione di un servizio, che l’azienda offre ai suoi dipendenti. Il valore del fringe benefit delle vetture viene calcolato in base alla normativa fiscale italiana, utilizzando una formula che tiene conto di diversi fattori, tra cui il costo dell’auto, le spese di manutenzione e di gestione, oltre al chilometraggio annuo percorso dal dipendente. Una volta calcolato il valore del fringe benefit auto, questo deve essere sommato alla retribuzione ordinaria del dipendente per ottenere la retribuzione complessiva.
Nel corso del 2023, sono stati modificati i valori dei rimborsi per i chilometri, secondo quanto riportato nelle tabelle dell’ACI. Tale aggiornamento è stato ufficializzato dall’Agenzia delle Entrate attraverso la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 302 del 28 dicembre 2022. In ogni caso, è necessario fornire al dipendente un dettaglio preciso dei componenti della sua busta paga, compreso il valore del fringe benefit auto.