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Con il Disegno di Legge sulla Sicurezza stradale e la delega per la riforma del Codice della Strada, approvati dal Consiglio dei Ministri il 27 giugno scorso il Governo sta cercando di rendere più sicura la circolazione in auto avvicinandosi ai criteri impartiti dall’Unione Europea. Fra le tante proposte inserite nel testo, quella che sta facendo discutere riguarda l’obbligo di installare l’alcolock per i condannati per il reato di guida in stato di ebrezza. L’eccesso di velocità e la guida in stato di ebbrezza infatti, sono i fattori principali degli incidenti stradali, spesso fatali. Una piaga sociale ed economica presa di petto dall’UE nel 2018 con il piano d’azione strategico sulla sicurezza stradale.

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Che cos’è l’alcolock?

 

L’Alcolock funziona esattamente come un etilometro nel rilevare il tasso alcolemico del conducente. Se risulta al di sopra dei valori consentiti per legge, impedisce al motore di avviarsi, fino a quando i valori non rientrano nei parametri previsti. Il testo approvato dal Consiglio dei Ministri stabilisce un principio particolarmente importante: la cosiddetta tolleranza zero per chi sia stato condannato da un tribunale per avere commesso il reato di guida in stato di ebbrezza, ossia per avere guidato con un tasso alcolemico superiore a 0,8 grammi di alcol per ogni litro di sangue, rilevati con un etilometro professionale, omologato e revisionato in dotazione alle pattuglie di Polizia stradale, Carabinieri e Polizie Locali. In seguito alla sentenza di condanna (il testo non specifica se debba essere definitiva), scatterebbe, appunto la cosiddetta tolleranza zero, ossia il divieto assoluto di guida dopo avere bevuto: per due anni se la condanna si riferisce alla guida con un tasso oltre gli 0,8 g/l ma non superiore a 1,5 g/l, oppure tre anni con tasso più alto di 1,5 g/l.

 

L’alcolock in Europa

 

L’Unione Europea definisce gli alcolock come uno dei sistemi di controllo automatici progettati per impedire la guida a chi ha assunto alcol in eccesso, richiedendo al conducente di soffiare in un espiratore in auto prima di iniziare l’accensione. Il meccanismo può essere impostato a diversi livelli e limiti. La stessa obbliga le case costruttrici a predisporre l’installazione di questo sistema su tutte le auto di nuova omologazione dal 4 luglio 2022. Significa che le vetture non montano già il dispositivo, ma devono essere progettate per poterlo accogliere nell’aftermarket. Fra gli stati membri, la Svezia è stata la prima nazione ad inserire volontariamente l’obbligo di alcolock sui veicoli per il trasporto pubblico, mentre la Finlandia l’ha reso obbligatorio sui veicoli commerciali e sugli scuolabus. In Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Polonia, Portogallo e Gran Bretagna, il dispositivo è presente sui mezzi commerciali pesanti.


Guida in stato di ebrezza e alcolock: dubbi e perplessità



Il dispositivo di controllo in sé non risulta ancora incluso nella nuova direttiva, dal momento che sistemi già celebri e basati sull’analisi del fiato sono ancora relativamente facili da aggirare per chi si vuole mettere alla guida in stato di ebrezza. Pertanto, l’Alcolock definitivo non è ancora disponibile sul mercato. Se il montaggio direttamente in fabbrica di un sistema Alcolock, noto anche come Ignition Interlock Device (IID), potrebbe essere di facile attuazione, la situazione cambia drasticamente per dispositivi aftermarket montati successivamente all’acquisto. In un panorama automobilistico dove il ruolo di software e centraline è sempre più importante, si aprono molti interrogativi sulle modifiche necessarie agli automobilisti condannati per aver guidato sotto l’effetto di alcol e sui costi di installazione di tali apparecchiature da parte di privati, agenzie di noleggio a lungo termine e di leasing. A questo si aggiunge il controllo su chi effettua realmente il test, se il guidatore o passeggeri.

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